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FINCHE' GIUSTIZIA  NON GIUNGE

Carlo Giuliani ha ventitre anni quando la polizia di Stato  nei continui assalti armati contro la folla di manifestanti  gli spara in testa in piazza Alimonda. Sono le ore 17,27 del 20 luglio 2001.

C’eravamo anche noi in quei giorni a Genova , assieme ad altre Organizzazioni Sindacali , per costruire dibattito in 10,100,1000 incontri , sulle politiche economiche dei padroni del mondo.

Il finale di quell’assalto alla democrazia partecipativa è stato il massacro alla scuola Diaz.

Non ci interessano le sentenze successive, favorevoli o meno.

Da quando chiedevamo ,gridando in ogni manifestazione nelle piazze d’Italia “ via, via la polizia”, il disarmo delle forze dell’ordine ( ordine ? ) ad oggi   … ne è passata di acqua sotto i ponti.

Acqua sporca. Acqua nera.

Noi torniamo, quindi , a Genova per ricordare e per non dimentiCARLO.

Carlo è rimasto a 23 anni . Non invecchia nel ricordo.

Ci dice “ ragazzi, resistete”…finche giustizia non giunga.

Eccoci.

 Enzo Galdo

 

La Cassazione con sentenza nr. 3885/2012 afferma: “Diaz, un massacro che ha screditato l’Italia nel mondo”.

La sentenza fa contrappeso a quella che ha condannato, invece, una decina di manifestanti.

Tutti contenti così, perché è stata ristabilita la verità.

Noi la pensiamo diversamente, perché Genova 2001

“ha dato inizio a una crisi sociale e istituzionale profondissima che un decennio di fantapolitica ha portato il paese sull’orlo del baratro”.

Da Genova 2001, cioè, è iniziata una stagione di critica radicale nei confronti della democrazia borghese,

concepita e praticata come numero per il potere piuttosto che qualità dei rapporti umani e civili.

La verità o è partigiana, o rimane interna ai valori che hanno determinato quei fatti e quei comportamenti.

 

 

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Carlo, un nome comune.


E’ vero.

In quelle giornate nelle piazze e strade di Genova eravamo centinaia di migliaia.

Tutti Carlo, nel gesto innocente dell’intifada.

Ci siamo tornati… per una memoria umana, personale e collettiva.

E’ la memoria del popolo che non dimentica, né Genova, né i tanti ammazzati da uno Stato

che pratica la prepotenza del più forte conto chi non è d’accordo, in una concezione della democrazia

che si dimostra sempre più come forma di potere delle borghesia.

E’ per questo, per il rapporto incivile che manifesta in tutte le sue istituzioni

ove agisce come un privato affamato (Equitalia docet…)

e per la strage economica che compie verso chi ha più bisogni,

che anche noi lavoratori di Poste Italiane SpA eravamo a Genova 2001,

resistiamo a Genova 2012.

E ovunque…

Abbiamo “testimoniato” contro la misera sentenza che condanna qualche funzionario di polizia e

contro la miserabile sentenza che chiude fascisticamente in galera uomini e donne del popolo democratico.

------acuradienzogaldo, cobasptcub-----------

 " La scarna sentenza
di Cassazione, che ha
( finalmete ) condannato
alcuni alti funzionari della
Polizia genovese per i fatti
della Diaz del 2001,
conferma che la questione
non è -solo-
penale, ma politica. Sul banco degli accusati c'è
lo Stato borghese,con la sua
cultura repressiva
contro il popolo. A Genova G8 c'eravamo come
Org.ne sindacale alternativa . A Genova torniamo
ogni 20 luglio, perchè
"la giustizia proletaria è un progetto in cammino
e nessun assassinio di stato
lo fermerà mai."

 

 

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 Il mio sindacato non ha un nome “comune”, come gli altri (CGIL,CISL,UIL,FAILP,SAILP,UGL);il mio sindacato è aperto,tutti possono entrarvi senza permessi speciali e senza dazio;tutti possono uscire liberamente;il mio sindacato non ha clienti, a cui concedere o far concedere favori quotidiani;il mio sindacato è dei lavoratori,senza discriminazioni,tutti con eguali diritti;il mio sindacato non frequenta le stanze dei padroni postali per scambiare i diritti con le concessioni amichevoli e con i privilegi ai propri apparati;il mio sindacato non firma contratti nei quali si allea con il padrone per dare sanzioni disciplinari, per far lavorare di notte,di festa, a tutte le ore, negare le ferie,umiliare i malati … sostituire il salario con i premi, cancellare le pensioni,eliminare la scala mobile, limitare la democrazia;il mio sindacato odia la precarietà ed ha da sempre lottato per consentire ai precari il diritto al lavoro stabile,contro gli accordi di ieri e di oggi,sostenendone tutte le cause in tutta Italia;il mio sindacato non ha sposato la privatizzazione del servizio pubblico in nome del profitto e del mercato;il mio sindacato lotta per la pace ovunque, lotta per “distribuire diversamente la ricchezza”ovunque!Non confondere e non lasciarti confondere.Il suo nome è CobasPT Cub-USB


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