La truffa dei fondi pensione

Stampa
AddThis Social Bookmark Button
24 maggio 2012
di il Pasquino

 

149727 399081960144345 314284009 n La truffa dei fondi pensione

Qualche anno fa, per la precisione nel 2007, partì una fenomenale campagna mediatica e politica per indurre, convincere…e quasi costringere i lavoratori a versare parte del proprio accantonamento tfr (trattamento fine rapporto di lavoro) in quei fondi pensione integrativi nei quali sindacati confederali, Confindustria e banche la facevano da padroni.

Le pensioni pubbliche, visto lo stato dell’economia e i conti dell’inps…si diceva…non possono garantire un adeguato futuro a chi smetterà di lavorare, meglio investire in quelle società che, grazie alla loro esperienza, sapranno dare risultati certamente migliori di quanto attualmente può dare la rivalutazione del tfr (legata al 75% dell’indice d’inflazione sommato ad un tasso fisso dell’1,5%) e consentiranno un aggiunta a quella pensione pubblica che ogni riforma riduce sempre di più.

Cesare Damiano, ministro del lavoro del famigerato governo Prodi e “punta di diamante” dell’attuale PD nel 2007 dichiarava: “obiettivo del governo è triplicare le adesioni ai fondi pensione integrativi…non vogliamo fare cassa sulle pensioni (come no….), vogliamo mantenere il sistema in equilibrio (infatti ci sono state altre due riforme …sigh !)”.

Stessa battaglia fu condotta fabbrica per fabbrica, azienda per azienda, dai sindacati confederali, nessuno escluso (Cgil Cisl e Uil) che, guarda caso, insieme alle varie controparti cominciarono a gestire fondi di previdenza integrativa (un esempio su tutti Cometa gestito da federmeccanica e da Fiom, Fim e Uilm).

Nel 2010 il Sole 24 ore valutava il giro d’affari intorno a circa 10.000 miliardi di euro l’anno a fronte di un progressivo smantellamento della previdenza pubblica. Di queste migliaia di miliardi circa il 2% veniva trattenuto come “commissione” e solo il resto reinvestito…così in qualsiasi caso, sia di perdite che di aumenti di capitale, le assicurazioni si “assicuravano” il loro guadagno.

Siamo nel 2012, in piena crisi economica. In questi ultimi due anni gli aderenti ai fondi pensione integrativi sono aumentati del 5%…sino ad arrivare a 5,5 milioni di iscritti.

Nella relazione annuale tenuta dalla Covip (commissione di vigilanza sui fondi pensione) intervengono il presidente, Antonio Finocchiaro, e la ministro del lavoro Fornero.

Il primo precisa che è necessario ricordare ai lavoratori che la pensione pubblica assicurerà importi, nei confronti degli stipendi, pari a circa il 40-50%…che spetta all’Inps ricordarlo e mettere così tutti difronte alle loro responsabilità (minaccia o ricatto?).

La non lacrimante Fornero afferma che è necessaria una riforma dei fondi pensione, ma non una grande riforma…una media…o piccola…(questo è ancora da capire)…perché, secondo l’onorevole, le regole ci sono e sono buone…la vigilanza vigila…ed anche bene!

Peccato che i dati parlino da soli e  rivelino, finalmente, che la bugia ha le gambe più corte del previsto, che i fondi pensione sono a picco (- 2,4% per i fondi aperti e -5,7% per i piani individuali pensionistici) e che se i lavoratori avessero tenuto i loro soldi del tfr in azienda ora la loro rivalutazione sarebbe stata del 3,5%. Si scopre anche che c’è stata una notevole sospensione dei versamenti (intorno al 20%) a causa delle difficoltà economiche che anche chi lavora è costretto ad affrontare.

Lo Slai cobas da subito aveva denunciato questa ennesima truffa ai danni dei lavoratori (https://www.slaicobas.it/login/tmp/attachments/163.pdf) …purtroppo molti, troppi, hanno creduto alle promesse dei sindacati confederali, alle bugie dei politici e si sono fatti spaventare dalle invenzioni pessimistiche costruite ad arte dai media.

E così, dopo averci rubato le pensioni ora ci rubano anche il tfr…i pochi risparmi che dopo anni di lavoro spetterebbero ad ognuno di noi.

La realtà parla per noi…è arrivato il momento di comprenderlo e di trarne le dovute conseguenze.

 

 

 

 

 

 

NOTA! Questo sito utilizza i cookie e tecnologie simili.

Se non si modificano le impostazioni del browser, l'utente accetta. Per saperne di piu'

Approvo

Privacy Policy

Gli applicativi software utilizzati possono contenere la tecnologia “cookie”. I cookies hanno principalmente la funzione di agevolare la navigazione da parte dell’utente. I cookies potranno fornire informazioni sulla navigazione all’interno del Sito e permettere il funzionamento di alcuni servizi che richiedono l’identificazione del percorso dell’utente attraverso diverse pagine del Sito. I cookies presenti negli applicativi software utilizzati sono di tipo anonimo e non sono riconducibili ai dati personali dell’utente. Per qualsiasi accesso al portale indipendentemente dalla presenza di un cookie, vengono registrati il tipo di browser (es. Internet Explorer, Netscape), il sistema operativo (es. Macintosh, Windows), l’host e l’URL di provenienza del visitatore, oltre ai dati sulla pagina richiesta. L’utente ha comunque modo di impostare il proprio browser in modo da essere informato quando ricevete un cookie e decidere in questo modo di eliminarlo. Ulteriori informazioni sui cookies sono reperibili sui siti web dei forniti di browser.

 Il mio sindacato non ha un nome “comune”, come gli altri (CGIL,CISL,UIL,FAILP,SAILP,UGL);il mio sindacato è aperto,tutti possono entrarvi senza permessi speciali e senza dazio;tutti possono uscire liberamente;il mio sindacato non ha clienti, a cui concedere o far concedere favori quotidiani;il mio sindacato è dei lavoratori,senza discriminazioni,tutti con eguali diritti;il mio sindacato non frequenta le stanze dei padroni postali per scambiare i diritti con le concessioni amichevoli e con i privilegi ai propri apparati;il mio sindacato non firma contratti nei quali si allea con il padrone per dare sanzioni disciplinari, per far lavorare di notte,di festa, a tutte le ore, negare le ferie,umiliare i malati … sostituire il salario con i premi, cancellare le pensioni,eliminare la scala mobile, limitare la democrazia;il mio sindacato odia la precarietà ed ha da sempre lottato per consentire ai precari il diritto al lavoro stabile,contro gli accordi di ieri e di oggi,sostenendone tutte le cause in tutta Italia;il mio sindacato non ha sposato la privatizzazione del servizio pubblico in nome del profitto e del mercato;il mio sindacato lotta per la pace ovunque, lotta per “distribuire diversamente la ricchezza”ovunque!Non confondere e non lasciarti confondere.Il suo nome è CobasPT Cub-USB


  • La Sede Nazionale, con tutte le funzioni centrali, è in MILANO 20131, via Teodosio n. 9. Il telefono 02 2663474 è disponibile prevalentemente come fax; per le emergenze, contattare il n. di cellulare 3394903262Di seguito i riferimenti operativiMauro, 3290813704 (DELEGHE e RAPPORTI TERRITORIALI); Roberto, 3405693585 (RELAZIONI con i LAVORATORI per PRATICHE AMMINISTRATIVE); Fefé, 3336597330 (PRATICHE DISCIPLINARI); Lara, 3332742031 (SETTORE RECAPITO); Stefania, 3389948781 (CONTABILITA' di CASSA); Manuel, 3518301138 (PRATICHE LEGALI GENERICHE); Paolo, 3355479286 (COLLABORAZIONI INTERNE); Mirella, 3331631979 (CAF e INFORMAZIONI BUSTA PAGA); Sonia, 3278249910 (RAPPORTI STAMPA ed ISTITUZIONALI).
  • Responsabile della Sicilia è Falzone Michelangelo, via R. Sanzio n. 12, Agrigento. Cellulare 333 2420260 
  • La sede di Brindisi è a disposizione per PUGLIA - BASILICATA - MOLISE. Il  referente  è  Astro Salvatore. Cellulare  3429515553.
  • Sui territori ove vi sono sedi CUB e/o USB - le confederazioni con cui collaboriamo - ogni nostro operatore può trovare ospitalità e agibilità per gli impegni locali, oltre alle assistenze di carattere istituzionale tipiche delle organizzazioni sindacali.
  • Tali sedi sono reperibili  sui rispettivi siti: www.CUB.it  e  www.USB.it.

 

Sede Nazionale: Via Teodosio, 9 - 20131 MILANO Tel/Fax 02-2663474 E-mail:cobaspt@tiscali.it - www.cobasptcub.it C.F. 97116840154 La truffa dei fondi pensione.
Powered by Joomla 1.7 Templates
webcreator by CONTEROSSO76