Le buone intenzioni dei vertici CGIL lastricano la strada per l’inferno?
Le buone intenzioni dei vertici CGIL lastricano la strada per l’inferno? Dal 9 aprile la CGIL ha avviato la raccolta di firme a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare chiamata “Carta dei diritti universali del lavoro” e di tre quesiti referendari volti a chiedere la cancellazione del lavoro accessorio, la reintroduzione della piena responsabilità solidale negli appalti e la reintegra sul posto di lavoro in caso di licenziamento senza giusta causa per tutte le aziende sopra i cinque dipendenti. Noi appoggiamo le iniziative che hanno un legame con gli interessi e i diritti della classe operaia. Ma alcune domande si impongono. Cosa può far pensare che le normative antioperaie possano essere cancellate e nuovi diritti dei lavoratori conquistati per via legislativa, se sul piano della lotta nel 2014 e 2015 i vertici sindacali hanno accuratamente evitato di fermare il Jobs Act e riaffermare i diritti dei lavoratori a suon di lotte dure e di scioperi generali? In mano a quale Parlamento - oggi composto da nominati completamente sordi alle esigenze dei lavoratori poichè subalterni agli interessi del capitale - il sindacato e i lavoratori dovrebbero affidare le proprie richieste? Ricordiamo che lo Statuto dei lavoratori venne conquistato solo grazie a centinaia di milioni di ore di sciopero, a lotte durissime, e con un sindacato ben più combattivo di quello odierno, non certo con le firme. Non è difficile capire che dietro l’intenzione di Camusso di ”riscrivere lo Statuto dei lavoratori” si rischia di arrivare, in assenza di un forte movimento di lotta, a un livellamento in basso dei diritti. Una “Carta dei diritti” ottenuta con i giochi parlamentari, dunque rappresenterebbe non un rafforzamento, bensì un indebolimento del movimento operaio e sindacale. I soli strumenti che ha in mano la classe operaia sono la lotta e l’organizzazione. Ciò di cui oggi c’è davvero bisogno è il fronte unico proletario di lotta e i suoi organismi di classe, per ribaltare i rapporti di forza esistenti con i padroni e il governo. Infine, tutta questa attività sulla raccolta di firme da parte della burocrazia CGIL (in gran parte legata al PD) lascia pensare a un disimpegno dalle lotte per strappare CCNL dignitosi e soprattutto a un calcolato disinteresse nel cruciale referendum di ottobre sulla controriforma renziana. Non a caso Marx scriveva che “di buone intenzioni è lastricata la via dell’inferno”. Da Scintilla, n. 69 – maggio 2016 Organo di Piattaforma Comunista – per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia | ||