Sarajevo, ritorno amaro

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Sono appena tornato da Sarajevo. Che tristezza vedere un Paese in cui i grandi affari della guerra sembrano essere la cosa più importante. Vedere le banche con le loro vetrine scintillanti e agli incroci delle strade la gente che chiede l’elemosina. Vedere una disoccupazione in aumento, soprattutto giovanile. Un Paese dove le divisioni sono tante, ma ci si trova velocemente d’accordo sull'esercito, sulle spese militari. Sembra che ci siano forti interessi di molti partiti e anche di alcuni parlamentari legati alle grandi industrie delle armi. Per cui anche chi è contrario al Governo centrale, e vorrebbe vedere riconosciuta più autonomia, approva come ‘doverosa ma necessaria’ la forte spesa militare. Eppure in ogni angolo del Paese sono ben visibili lapidi e monumenti con i nomi delle tantissime persone uccise dalla guerra. Cresce – tra alcune forze politiche che vorrebbero comandare tutto il Paese e non solo una parte – una cultura razzista, con una forte spinta allo scontro con tutti coloro che sono diversi, per provenienza, etnia, religione. Ma sull'esercito e sulle sue spese militari sono d’accordo, nonostante sia sotto gli occhi di tutti che la sanità e i servizi sociali funzionino sempre peggio. Poi c’è uno sconforto tra la gente, cresce un’amarezza e un disinteresse per i tanti politici che vogliono difendere il loro potere. Molti stanno perdendo la fiducia. E tanti politici parlano di bombardamenti e di operazioni militari come di cose asettiche, con orgoglio. Come se fossero cose che il loro Paese non ha affrontato. Non di tragedie che le persone hanno vissuto e vivono sulla propria pelle e nella propria carne. E gli impegni per le spese militari peseranno sul Paese per i prossimi decenni. Il tutto con molta retorica, ovviamente! Che amarezza, proprio nei giorni vicini all’anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (10 dic. 1948). Ah, scusate. Forse non sono stato chiaro, ma tutto quello che ho scritto riguarda l’Italia, non la Bosnia! Riguarda quello che ho sentito dopo essere rientrato in Italia da Sarajevo, (dove sono stato per ricordare la guerra e la marcia di pace dei 500, con don Tonino Bello, 20 anni fa). Di Sarajevo parlerò un’altra volta, con più calma. Sì, perché martedì 11 dicembre la Camera dei Deputati ha approvato il DDL 5569 "Di Paola": Revisione strumento militare (presenti 372, votanti 319, astenuti 53, favorevoli 294, contrari 25). Con una velocità incredibile, come se fosse la cosa più importante e vitale per il nostro Paese. Se lo avessero fatto in Bosnia come avremmo commentato? E ora, che lo hanno fatto in Italia, cosa diciamo? Per saperne di più vi invito a leggere il comunicato della Campagna ‘Taglia le ali alle armi’ https://www.disarmo.org/rete/a/37367.html.

L’ Opinione di… Renato Sacco 12 - 12 – 2012 - mosaicodipace.it

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 Il mio sindacato non ha un nome “comune”, come gli altri (CGIL,CISL,UIL,FAILP,SAILP,UGL);il mio sindacato è aperto,tutti possono entrarvi senza permessi speciali e senza dazio;tutti possono uscire liberamente;il mio sindacato non ha clienti, a cui concedere o far concedere favori quotidiani;il mio sindacato è dei lavoratori,senza discriminazioni,tutti con eguali diritti;il mio sindacato non frequenta le stanze dei padroni postali per scambiare i diritti con le concessioni amichevoli e con i privilegi ai propri apparati;il mio sindacato non firma contratti nei quali si allea con il padrone per dare sanzioni disciplinari, per far lavorare di notte,di festa, a tutte le ore, negare le ferie,umiliare i malati … sostituire il salario con i premi, cancellare le pensioni,eliminare la scala mobile, limitare la democrazia;il mio sindacato odia la precarietà ed ha da sempre lottato per consentire ai precari il diritto al lavoro stabile,contro gli accordi di ieri e di oggi,sostenendone tutte le cause in tutta Italia;il mio sindacato non ha sposato la privatizzazione del servizio pubblico in nome del profitto e del mercato;il mio sindacato lotta per la pace ovunque, lotta per “distribuire diversamente la ricchezza”ovunque!Non confondere e non lasciarti confondere.Il suo nome è CobasPT Cub-USB


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