solidarietà a Pino - reintegro subito!

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Inviamo la nostra solidarietà da Salerno:

tutti i compagni e le compagne della Federazione Provinciale, dimostrano la loro solidarietà e vicinanza a Pino, gridando e lottando allo spasimo per un immediato reintegro nel suo posto di lavoro !!! Mai soli: tutti insieme non ci avranno mai !!!

APPELLO PER IL REINTEGRO DI GIUSEPPE LAROBINA

A seguire l'appello ed i messaggi e le adesioni

Chi è Giuseppe Larobina, detto Pino? La storia di Pino Larobina è quella di una persona e di un operaio, per 19 anni RSU/RLS attraverso il voto degli operai della Kuehne Nagel (ex IVECO) di Torino, che ha fatto della difesa dei diritti e della dignità degli operai dentro e fuori la fabbrica la sua ragione di vità attraverso la lotta quotidiana con l’Unione Sindacale di Base (USB) della quale è dirigente. Si tratta di un impegno quotidiano di un operiao che lotta, e continuerà a farlo, in difesa dei lavoratori, dei precari, dei senza casa, degli studenti, dei cassaintegrati, degli studenti, migranti e rifugiati e per la tutela dell’ambiente con convinzione e determinazione.

Quindi una storia di lotta insieme e con l’USB e con i lavoratori. In particolare opponendosi alle politiche della concertazione che hanno portato all’accordo becero tra Confindustria, CGIL, CISL, UIL e UGL contro la democrazia sui luoghi di lavoro e il diritto di sciopero. Diritti da sempre sanciti dalla costituzione e oggi violati. Cosa succede alla Kuehne Nagel (ex IVECO) di Torino? In questa azienda, dopo alcuni cambiamenti ai vertici si è creato un clima molto difficile per i lavoratori, in quanto è iniziato un’improvviso incrudimento disciplinare verso le maestranze. L’azienda ha posto in essere unilateralmente un codice disciplinare aziendale molto rigido, nel quale è previsto il divieto di ogni piccola libertà dei lavoratori. Il clima interno allo stabilimento è diventato simile, se non peggiore, a quello che si respirava nelle fabbriche negli anni 50, dove i superiori gerarchici sono diventati autentici “agenti di custodia”. Ciò ha prodotto immediatamente innumerevoli richiami e sanzioni disciplinari a danno di chiunque osasse, anche in piccola misura, contestare tale disciplina ferrea da caserma. Ovviamente, i lavoratori colpiti da sanzioni si sono rivolti ai loro rappresentanti sindacali, come è naturale in questi casi, e in particolare a Pino Larobina che da sempre è stato al fianco dei lavoratori per difenderne i diritti. A questo punto, dopo scioperi dichiarati per protesta, richieste di visite ispettive per verificare se le condizioni di lavoro fossero in linea con le normative vigenti e comunque per tentare di tutelare i lavoratori, sia dal punto di vista della sicurezza ( Pino è RSU / RLS ) E SIA DAL PUNTO DI VISTA DELLA TUTELA DELLA DIGNITÀ DEI LAVORATORI, LA VENDETTA DELL’AZIENDA E’ ARRIVATA PUNTUALE E MICIDIALE NEL RISULTATO FINALE. Fatto oggetto egli stesso di numerose procedure disciplinari, tutte per futili se non inesistenti motivi (cosa peraltro tuttaltro che nuova nel suo caso, purtroppo) e mai per ragioni di rendimento sul lavoro Pino Larobina è stato fatto pedinare per ben 35 giorni DA UN’AGENZIA INVESTIGATIVA, fuori dalla fabbrica, nella sua vita privata e senza motivo alcuno visto che conduce una vita del tutto irreprensibile sotto ogni punto di vista e, non avendo trovato nulla su cui appigliarsi, è stato comunque licenziato per un supposto “grave nocumento creato all’immagine dell’azienda” in quanto era stata denunciata alla magistratura, allo spresal e agli organi di stampa. Ora alla Kuehne Nagel vige un’autentico clima di terrore.

Noi, insieme ai compagni di lavoro, ai delegati, al sindacalismo conflittuale, ai movimenti sociali, cassaintegrati, pensionati, ai disoccupati, migranti, studenti, rifugiati, le famiglie e tutte le forze sociali non ci arrenderemo fino al reintegro immediato di Giuseppe!

Sostieni le iniziative di lotta per il reintegro di Giuseppe Larobina: C/C Federazione USB Regione Piemonte IBAN: IT95 V031 2701 0040 0000 0001 244 Manda la tua adesione all’appello, scrivi: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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 Il mio sindacato non ha un nome “comune”, come gli altri (CGIL,CISL,UIL,FAILP,SAILP,UGL);il mio sindacato è aperto,tutti possono entrarvi senza permessi speciali e senza dazio;tutti possono uscire liberamente;il mio sindacato non ha clienti, a cui concedere o far concedere favori quotidiani;il mio sindacato è dei lavoratori,senza discriminazioni,tutti con eguali diritti;il mio sindacato non frequenta le stanze dei padroni postali per scambiare i diritti con le concessioni amichevoli e con i privilegi ai propri apparati;il mio sindacato non firma contratti nei quali si allea con il padrone per dare sanzioni disciplinari, per far lavorare di notte,di festa, a tutte le ore, negare le ferie,umiliare i malati … sostituire il salario con i premi, cancellare le pensioni,eliminare la scala mobile, limitare la democrazia;il mio sindacato odia la precarietà ed ha da sempre lottato per consentire ai precari il diritto al lavoro stabile,contro gli accordi di ieri e di oggi,sostenendone tutte le cause in tutta Italia;il mio sindacato non ha sposato la privatizzazione del servizio pubblico in nome del profitto e del mercato;il mio sindacato lotta per la pace ovunque, lotta per “distribuire diversamente la ricchezza”ovunque!Non confondere e non lasciarti confondere.Il suo nome è CobasPT Cub-USB


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