La sovranità appartiene al popolo (art. 1 della Costituzione)
Nei 139 articoli della “nostra” Costituzione poco o nulla è dedicato ai partiti, se non il diritto dei cittadini di associarsi liberamente (art. 18) e di concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale (art. 49). Le cronache di ieri e ancor più di oggi ci raccontano, invece, dell’invasione istituzionale di partiti e l’occupazione di posizioni organiche, che determinano – come tali – l’ordinamento stesso dello Stato. E la volontà popolare è costretta a compiere 10 -100 -1.000 passaggi, allontanata sempre di più dalle decisioni determinanti e finali. Arriva puntuale, quindi, l’ennesima questione del “come si vota”. Divisi tra mattarellum, porcellum, italicum e pregiudicatellum… si discute, a volte con “alta” dottrina e con alti dottrinari costituzionalisti, su sbarramenti vari, preferenze, coalizioni. Il tutto condito dalla esigenza di assicurare la governabilità del paese, che – a loro dire – verrebbe brillantemente risolta da un sistema bipartitico: due soli partiti al comando. Il fascismo (1923-1943) aveva inventato il partito unico che ha – come sappiamo – garantito la governabilità per un ventennio. E non solo il fascismo. Il partito unico quindi sarebbe l’ideale: ragionando come lorsignori questa è la coerente conclusione. La questione primaria nello scenario attuale, sempre per lorsignori, è la preoccupazione di mantenere in vita un potere stabile, esente da crisi e tradimenti interni… e non quella di esaltare la partecipazione democratica alle scelte.
Possiamo dire la nostra?
In occasione delle elezioni ( una per tutte le rappresentanze istituzionali), al popolo elettore vengono proposti al primo turno solo programmi. I due-tre programmi che ottengono i maggiori consensi, compongono le liste dei candidati che dovrebbero realizzare i rispettivi programmi di governo nel Parlamento. Candidati che il popolo sceglie liberamente. Questo, tanto per cominciare… ma il resto – nella direzione progettuale della democrazia partecipativa – non è poco. Postali per un mondo diverso migliore | ||