Tra un botto e l'altro “festosamente“ entriamo nel 2015
Terroristi e terrorismo qua e là.... Il terrorismo è diffusissimo. Lo hanno praticato e lo praticano un po' tutti, individui o Stati, in ogni epoca. Con tutti i mezzi possibili. Non ogni “terrorismo” produce sangue. Ma tutto produce ricatto. E spesso tragedia. E spesso drammi. Ciascuno, però, lo chiama in modo diverso... per “giustificarsi” di fronte all'opinione pubblica e – se prevale – anche davanti alla Storia. Alcuni, dall'alto del loro potere costituito, chiamano terrorismo anche le lotte di liberazione. E, infine, persino la lotta di classe.
In questi accenni non usiamo volutamente contorsioni parolaie, ginnastica verbale o sudditanze ideologiche. Non servono, ma il nostro “messaggio” è questo :
non accontentiamoci dei proclami e degli spot: andiamo invece al cuore dei problemi, interrogandoci pregiudizialmente su chi credibilmente può scagliare la prima pietra.
Il comandamento per tutti è non ammazzare, ovunque, comunque. ******* Poste Italiane SpA, per esempio in casa nostra. Se “terrorismo” vuol dire comunemente far circolare un avvertimento intimidatorio, mostrando e diffondendo esempi di ciò che potrebbe accadere ad altri, la nostra Società per Azioni Poste Italiane nel suo piccolo è maestra di terrorismo. In questa senso utilizza, infatti, cinicamente lo strumento disciplinare, concordato nel CCNL con le OO.SS. concertative. Ogni lavoratore di fronte alla minaccia di essere portato in Tribunale – ove giudici compromessi con il sistema di valori dominante possono non solo condannarli ma addebitare anche spese legali rilevanti ! - è spinto a rinunziare alla rivendicazione di propri diritti e cede senza reagire. Quando poi la minaccia disciplinare si alza sino al licenziamento, lo spettro di un dramma personale, familiare e sociale non aiuta proprio a resistere. Per questo stato di cose noi lottiamo per intervenire sulle regole. In specie e concretamente l'art. 7 della legge 300/1970 (“Sanzioni disciplinari“, Statuto dei Lavoratori), come abbiamo proposto alla Commissione Giustizia della Camera dei Deputati. Anche noi vogliamo cambiare l'Italia e in fretta. Naturalmente nella direzione della democrazia popolare. Buon lavoro 2015. | ||