Autunno: che tempo che fa Vite parallele (Plutarco, I secolo d.C.) E se cominciassimo così? Nascono nello stesso anno, nello stesso giorno, Beppe e Mario. Mario in una bella casa, in una grande città del nord, in una famiglia senza altri figli ma con un solido patrimonio. Beppe è uno del Sud, con una famiglia numerosa, in un paesino tra mare e colline... Pochi soldi girano da quelle parti.
Mario cammina spedito, in un ambiente confortevole. Studi brillanti, laurea con lode. Poi impiego; poi professione. Tra nobili amici, colleghi e accoglienti salotti e sagrestie, vola molto in alto. Merita. Parla bene, sa di economia, ottime relazioni sociali. Merita.
Beppe è un’altra cosa. Studia male. Si ferma presto, la scuola dell’obbligo è l’unico traguardo economico possibile. Frequenta la strada, con coetanei nelle stesse condizioni. Impara solo a vivere. Anzi a sopravvivere. Senza meriti. Faticosamente trova lavoro alla Fiat, catena di montaggio. Muore di tumore ai polmoni. Tutto quello che ha meritato…. nella società del merito.
Muoiono nello stesso giorno. Ovviamente non nello stesso anno:Beppe muore prima, molto prima. Mario si presenta a San Pietro che, sorridendo benevolmente, gli apre subito le porte, perché trova il suo nome nella lista dei raccomandati.
Beppe scende giù. Il buon diavolo, con un ghigno naturalmente satanico, lo invita ad entrare: “benvenuto, fratello. Non aver paura. Tanto all’inferno sei abituato”. ***
Ci fu un tale che osò dire che è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco possegga il paradiso. Lo misero in croce, come un terrorista rosso. Eppure lui era biondo, di Nazareth. Altri tempi? | ||