Messa in mora
Oggetto: Messa in mora.
La vicenda-questione è questa. La Società ha sottoscritto conCisl, Cgil, Uil, FailpCisal, ConfsalCom e UGLCom un accordo per il Settore Recapito, che, sin dal 2004, prevedeva l’organizzazione delle zone individuali in “areola” e la prestazione aggiuntiva ai titolari delle zone viciniori a quella del collega eventualmente assente a vario titolo, determinata in ore e compensata forfettariamente. Tale istituto oggi è titolato flessibilità operativa, ferma pià o meno la struttura ontologica. Le OO.SS. firmatarie di tali accordi ripetutamente – espletati i rituali del caso – proclamano scioperi esplicitamente indetti contro tale prestazione, sia a livello locale che nazionale. Poste Italiane SpA registra tali iniziative nei propri documenti e ne dà pubblica informazione, anche ai fini della cosiddetta rarefazione… in ossequio alla relativa delibera della Commissione di Garanzia (n. 02/37 del 7 marzo 2002 punto 4). Molti lavoratori, qua e là, vi aderiscono. Ma qua e là Poste Italiane SpA contesta e sanziona il comportamento degli operatori che, rinunciando al compenso, si astengono dalla prestazione così come previsto negli accordi. Se Poste Italiane SpA ritiene le iniziative delle OO.SS. firmatarie non consentita, dovrebbe inevitabilmente denunziare l’accordo dal quale hanno origine e ritirarne la firma, riaprendo un tavolo di trattative. Ciò è necessario per evitare che l’azione disciplinare sia viziata comunque sotto il profilo della buona fede, certamente nei confronti dei dipendenti. La presente intende quindi mettere in mora la Società, diffidandola dal reiterare procedimenti afflittivi nella situazione qui ed ora denunciata. Distinti saluti.
Responsabile Legale Nazionale (Galdo)
Milano, 31 ottobre 2014 | ||