sono razzi nostri
Al Signor Procuratore Generale Raccomandata A.R.
Oggetto: Esposto/denuncia.
Dalle numerose cronache apparse sui giornali e Tv, abbiamo letto le “confessioni” di un certo signor Razzi Antonio. Andavamo e dicevamo; “Presidente, siamo noi due, quanto ci molla. Qui, ce ne date un milione? E io e lui, con un milione ci facevamo una campagna elettorale, un partito nuovo. Perché per noi due il Governo si è salvato _____ Se io e Scilipoti andavamo di là per un voto cadeva, cadeva Berlusconi. Io avevo già deciso da un mese prima. Io non avevo la pensione ancora. Dieci giorni mi mancavano. E per dieci giorni mi inculavano. Perché se si votava dal 28 come era in programma, il 28 marzo, io per dieci giorni mi pigliavo la pensione.” Il signor Razzi Antonio è membro del Parlamento Italiano, luogo ove nascono le leggi che regolano i rapporti civili tra cittadini e con lo Stato. Riteniamo che le dichiarazioni del predetto abbiano superato i limiti della decenza personale, ma soprattutto hanno violato i principi democratici del suo status istituzionale, pervenendo così ad una sorta di “istigazione a delinquere” ex articoli 302/303/322/414/415, ovvero ex articoli 241/293 (delitti contro la personalità dello Stato) de nostro vigente codice penale. Non si sentiva affatto i bisogno di un così incisivo contributo alla decadenza del rapporto fiduciario tra cittadini e fondamentali organi costituzionali della Repubblica italiana. Si può dare un buon esempio di “legge eguale per tutti”? Cordialità.
Responsabile Legale Nazionale
Milano, 22 dicembre 2014 | ||