lettera ad un collega
“ breve” risposta ad un postale di AREZZO Tra tante simili, pubblichiamo l’email che ci è giunta recentemente da parte di un lavoratore di Poste Italiane SpA di Arezzo: “Buongiorno, sono un <povero> postino stanco delle promesse fasulle e dalle mascalzonate compiute da sindacati <più grandi>. Vorrei sapere se coprite la provincia di Arezzo. Cordiali saluti“. *** La sofferenza degli operatori di Poste Italiane SpA è diffusa in ogni settore, in specie Recapito, l’area “proletaria” dell’azienda; ma certo non ne rimane indietro la sportelleria. Noi siamo un’Organizzazione sindacale diversa, diversa nella cultura, diversa nella formazione storica, diversa nella proposta, diversa nella struttura, diversa nella filosofia di fondo. Siamo un sindacato rivoluzionario… nel senso preciso, tecnico e pratico, consapevoli scientificamente che la realtà sociale e al suo interno la società nella quale operiamo manifesta quella rottura in classi che ci obbliga a scegliere da che parte stare. Senza se e senza ma, con le necessarie concretezze tattiche e strategiche legate ai rapporti di forza, oggi vistosamente a favore del “padronato”. Per essere diversi, lottiamo per preservare la qualità sociale del servizio postale, pur nella condizione privatistica e commerciale a cui è stata trasformata con il parere decisivo di tutte le forze partitiche, italiane ed europee. E, in testa, la tutela dei lavoratori sotto il profilo della sicurezza, salute, benessere e salario. Per essere diversi non abbiamo i favori di altri: niente deleghe, se non per decisione di giudici benpensanti; non tavoli di confronto, non informazione e soprattutto non assemblee. Non ripetiamo qui le rivendicazioni che, pur compatibili con il sistema, abbiamo proposto da sempre e che troverai sul nostro sito anche nella zona archivio storico. Vogliamo solo ricordare che per partire con il piede giusto è necessaria la riformulazione del Protocollo d’Intesa per la elezione delle RSU in categoria, così da spostare il potere decisionale (CCNL e accordi vari) dalle segreterie sindacali direttamente al popolo pt. Allo stato delle cose, la nostra struttura ha inevitabilmente una forte e accentuata centralità di orientamento e ramificazioni sui territori con chi vuole e con chi ci sta, liberamente. Ai nostri operatori, tutti volontari a costo zero, non assegniamo responsabilità civili o amministrative, ma solo politiche di rappresentanza, con l’assistenza legale dalla sede nazionale. La rivoluzione pacifica si fa con il consenso del popolo e la resistenza nelle lotte. L’invito finale, quindi, è a te ed ai colleghi: non c’è alternativa al disastro contrattuale e morale senza la vostra attiva partecipazione. Ciao.
Gruppo Politico Nazionale (coordinatrice Stefania Fabbri)
Milano, gennaio 2015 | ||