Il precariato uccide.
Il precariato uccide. Roberto Scavo,postino precario di Poste Italiane s.p.a. perse la vita il 10 marzo 2008 in servizio in una giornata di pioggia e di maltempo. “ Un postino è costretto a lavorare anche durante la pioggia e il maltempo . L'indennità di rischio? 1 euro al giorno ! ” L’uso sconsiderato , da parte di Poste Italiane, dei contratti a termine per fronteggiare i picchi di attività produttiva, o le assenze di colleghi non ha fatto altro che creare precariato, senza realmente aggiungere nuovi posti di lavoro. Precario in realtà significa non solo che il lavoro è a breve termine, ma che tutele e diritti sono sacrificati sull’altare del bisogno da una parte e dello sfruttamento dall’altra. Per questo ogni incidente sul lavoro ha comunque come complice il datore di lavoro, nel caso Poste Italiane «Quel giorno pioveva - ha ripetuto più volte il padre - e poteva anche essergli affidata una vettura». Da anni gli addetti al recapito denunciano motomezzi non adeguati e scarsa assistenza di fronte ad elevate usure,lasciate alla incuria di qualche capetto locale. «Roberto, morto sul lavoro e per lavoro, per legge "vale" 1700 euro». Ricordiamo, infatti, che il “risarcimento” ottenuto dall'Inail non ha superato la cifra complessiva di 1725 euro. Oggi, dopo un lungo percorso di cause penali e civili intrapreso dai genitori, sia contro Poste italiane, che contro le Assicurazioni Generali, è stata respinta la richiesta di risarcimento e i genitori dovranno pagare circa 30 mila euro,ai due colossi, nonostante il potere discrezionale che ogni giudice può adottare per compensare , almeno,le spese. CobasPTCUB è sempre stata al fianco della famiglia Scavo.
Noi lavoratori di base non capiamo come le istituzioni di una Repubblica fondata sul lavoro possano uccidere più volte un suo “ figlio” , che, per altro, è ai margini della società del benessere. Roberto era morto per la produttività esasperata dei carichi di attività , per la sua posizione contrattuale, fragile e precaria E’ morto nuovamente con un assegno di 1750 euro dell’ Inail ; è morto ancora una volta con l’archiviazione del caso , ed è morto ancora , dopo 7 anni , con una sentenza assurda che và contro ad ogni buon senso. Diciamo senza retorica ed enfasi che è stato ucciso.
Siamo sempre stati contro il precariato di ieri di oggi e di domani. Non crediamo che la giustizia debba affermarsi nelle aule di tribunale, ma nella coscienza di noi tutti. E da qui continuare a lottare per un mondo migliore possibile. Ciao, Roberto. COBASPT-CUB/USB COMO https://cobasptcubcomo.blogspot.it/2015/03/roberto-scavo.html | ||