Stipendi milionari per i dirigenti delle Poste
La Corte dei Conte a Poste: stipendi dei dirigenti troppo alti. Per Sarmi buonuscita milionaria La relazione dei magistrati contabili sottolinea come nel bilancio 2013 sia aumentato il costo dei dirigenti. Ricostruita la separazione dall'ex numero uno. In vista dello sbarco in Borsa occorre "rilanciare i servizi postali" per contrastare il calo delle lettere 06 marzo 2015 La Corte dei Conte a Poste: stipendi dei dirigenti troppo alti. Per Sarmi buonuscita milionariaFrancesco Caio, l'ad di Poste Italiane che porterà l'azienda in Borsa (fotogramma) MILANO - Le Poste Italiane, la prossima azienda pubblica destinata al mercato, dovrebbero fare attenzione a quanto pagano i loro dirigenti. E' una delle indicazioni che emerge dalla relazione della Corte dei Conti al bilancio del 2013, dalla quale si apprende anche come si è risolta la fuoriuscita dell'ex numero uno Massimo Sarmi: con cinque annualità tra indennizzo e incentivo all'uscita. Stipendi. Nel paragrafo dedicato al "costo del personale dirigente", i magistrati contabili appuntano che questo "merita attenta considerazion", visto che "registra un significativo incremento per il 2013 sia per le competenze fisse (+4,1%) che per le competenze accessorie (+18,4%), comprensive dei compensi incentivanti". Si tratta di dati ormai relativi a due esercizi fa, ma la Corte ricorda d'altra parte che essendo le Poste "assimilate alle società quotate, non hanno applicato alle retribuzioni dei dirigenti le disposizioni limitative" in vigore dal 2011. Tema sul quale si è poi tornati con il decreto del Fare. Tornando alla Corte, questa riassume la situazione del 2013: "Il costo del personale dirigente si attesta a complessivi 150 milioni, in crescita del 12,3% rispetto al trascorso esercizio. Esso costituisce il 2,5% del complessivo costo del lavoro". L'addio a Sarmi. Si ricostruisce anche l'addio dell'ex numero uno, al cui posto è poi subentrato Caio. L'uscita di Sarmi è stata accompagnata da quattro annualità a titolo di incentivo e un'altra come indennità per il mancato rinnovo del rapporto di amministrazione. Si alza così il velo sull'accordo per la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro con l'ex amministratore delegato che ha lasciato la società a maggio e ha chiuso il rapporto di lavoro con poste italiane al 31 luglio. Sarmi nel 2013 era il manager di stato più pagato con uno stipendio lordo di 1,56 milioni (1.185.000 Come amministratore delegato e 378mila come direttore generale). La relazione rivela anche che l'azionista Ministero dell'Economia aveva raccomandato al cda orientamenti "improntati al massimo rigore". Poste Italiane ha versato anche 30mila euro agli avvocati di sarmi come contributo per le spese legali nella definizione dell'accordo. Rilanciare i servizi postali. In vista della quotazione, i magistrati contabili dicono che per le Poste "appare necessario operare un rilancio dell'area dei servizi postali, contrastando il forte declino della corrispondenza tradizionale, il cui servizio dovrebbe comunque essere reso ai massimi livelli di efficienza, con interventi più promettenti quali il servizio di raccolta e consegna dei pacchi sul territorio". La contrazione dei volumi e dei ricavi della corrispondenza tradizionale che, secondo le previsioni di poste, ridurranno la redditività 2014 - scrivono i magistrati contabili nel rapporto sull'esercizio 2013 - assieme al progetto di quotazione in borsa - "postulano un rafforzamento dell'azienda per una costante crescita e un deciso miglioramento della qualità dei servizi tale da assicurare la piena soddisfazione della clientela". | ||