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Per noi, che siamo contro ogni guerra senza se e senza ma,
il 25 aprile lo ricordiamo come la straziata fine di un macello mondiale
dove ciascuno ci ha messo del suo, sino a Hiroshima e Nagasaki.
E quella lezione non è servita a molto,
perché il male oscuro che si annida nei potenti ha moltiplicato “nazismi e fascismi”,
stragi e guerre, ovunque, camuffandole in nome di presunte civiltà superiori,
di democrazia e di libertà.
Del “25 aprile” ricordiamo, allora, la “festa”,
cioè l’inizio di una stagione uscita sanguinosamente
dalla cultura della retorica nazionalista,
del razzismo, della burocrazia in doppio petto grigio, borghese e antioperaia.
Era l’alba.
Ma nessun “fascismo” muore per sempre.
Come il mitico gigante Caco se lo rimetti a terra riprende vigore.
Questa è la nostra lezione:
antifascisti ieri, antifascisti oggi, nella testa e nel cuore, nella società e a casa nostra,
scoprendone con ogni mezzo necessario, gli alibi individuali, collettivi e istituzionali,
che vogliono giustificare la sopraffazione nel mondo del lavoro, nei rapporti familiari,
in ogni possibile differenza, da chiunque coltivati ed espressi, Stato compreso,
in tutte le sue attribuzioni funzionali (magistratura, polizia, parlamento, eccetera, eccetera).
Ora e sempre, quindi, resistenza.
vedi anche : 25 aprile 2012 Salerno clicca qui